Il regalo perfetto per te e i tuoi cari. Scopri di più.
Moringa e pressione sanguigna: perché assumerla
ottobre 13, 2023
LaMoringaè considerata in diverse parti del mondo untonico cardiaco e circolatorio, con effetti ipotensivi, cioè in grado diridurre la pressione sanguigna e arteriosa. Tali effetti sono stati analizzati in molteplici ricerche che rendono l’uso di questa pianta incoraggiante per la riduzione della pressione sanguigna.
La Moringa è autoctona delle regioni settentrionali sub-himalayane di India, Bangladesh, Pakistan e Afghanistan ed oggicoltivata anche in Europacon metodi biologici e naturali ed un processo di certificazione italiano ed Europeo, sicuro e controllato in tutto il suo iter produttivo, a marchio Agricoltura UE.
Abbassamento della pressione arteriosa tra gli effetti benefici della moringa
Tra i varieffetti beneficiascritti allaMoringa, pianta definita in più occasioni “miracolosa” o “magica” per la ricchezza di nutrienti e le potenzialità nella cura di alcune condizioni cliniche, le credenze, ma anche la scienza ne attestano la capacità di abbassare, almeno in parte, lapressione arteriosa.
Moringa e pressione sanguigna: gli studi
Se, da un lato, le “credenze popolari” indicano che la moringa può avere proprietà ipotensive, il fatto è confermato daalcuni studisull’isolamento delle costituenti “ipotensive” contenute nelle foglie, come Niazina A, Niazina B, niazimicina.*
Se ne parla nello studio “Isolation and Structure Elucidation of New Nitrile and Mustard Oil Glycosides from Moringa oleifera and Their Effect on Blood Pressure”*.
Più esaustiva la raccolta:A Review of the Therapeutic Benefits of Moringa oleifera in Controlling High Blood Pressure (Hypertension), una vera e propriarassegna dei benefici terapeutici della Moringa oleiferanelcontrollo della pressione alta (ipertensione) pubblicata sulBentham Science Publishers;
Qui si parla anche delle previsioni sul numero delle persone che convivono con l’ipertensione: un aumento di 1,56 miliardi in tutto il modo entro il 2025, nonostante le numerose strategie preventive e di trattamento ad oggi disponibili.
A quali conseguenze può portare l’ipertensione non curata?
Le conseguenze dell’ipertensione, quando non curata in modo adeguato, possono portare amalattie cardiovascolaricome angina, insufficienza cardiaca congestizia, infarto miocardico, ictus e malattie renali croniche. Gli studi sulla Moringa mirano a identificare e a comprendere il suo ruolo nella gestione dell’ipertensione, per ampliare le strategie per il controllo di questa condizione.*
Interessanti, a questo proposito, le conclusioni dellostudio“Moringa oleifera leaf extract enhances endothelial nitric oxide production leading to relaxation of resistance artery and lowering of arterial blood pressure”*.
Infatti, in base a quanto emerso, l’estratto di foglie di Moringa Oleifera migliorerebbe la produzione endoteliale di ossido nitrico, cosa che sarebbe alla base del rilassamento dell’arteria di resistenza e dell’abbassamento della pressione sanguigna arteriosa.
Si tratta di uno studio condotto sui ratti, con risultati positivi, che suggeriscono lo sviluppo dell’estratto delle foglie di Moringa comeintegratore antiipertensivo naturale.
Inun’altra ricerca, l’estratto di foglie di Moringa oleifera ha abbassato la pressione alta alleviando la disfunzione vascolare e diminuendo lo stress ossidativo nei ratti ipertesi.
Nello studio “Cardiovascular effects of the aqueous extract of Moringa pterygosperma”*si affrontano glieffetti sul sistema cardiovascolarederivati dall’estratto acquoso della corteccia dello stelo della Moringa pterygosperma, studiato per i suoi diversi parametri farmacologici.Questa ricerca, effettuata su
animali, ha confermato alcuni effetti ipotensivi.*
Un ulteriore studio”Ethno-medicinal and culinary uses of Moringa oleifera Lam. in Nigeria” pubblicato suacademicjournals.org, evidenzia gliaspetti etno-medicinalie il conseguente apprezzamento della Moringa nei paesi tropicali e subtropicali. Lo studio è consistito in un sondaggio per la valutazione della base di conoscenza dell’utilità della Moringa, per documentarne l’attuale utilizzo in Nigeria, zona in cui questa pianta cresce in maniera autoctona.
Attraverso un programma di interviste strutturato sono stati raccolti i seguenti dati, che hanno evidenziato come laMoringasia ritenutautile per la cura della pressione sanguigna dal 64,7% del campione intervistato:
“La maggioranza (98,9%) degli intervistati ha indicato di aver usato o visto persone che utilizzavano piante di Moringa per scopi alimentari e medicinali. La maggior parte dei nigeriani era a conoscenza della pianta di Moringa e la usava per vari scopi medicinali e alimentari, in particolare le foglie. Nello specifico, la foglia veniva utilizzata come verdura nella preparazione delle zuppe, come insalata e per la preparazione del tè; gli usi medicinali delle foglie includevano la cura della febbre (78,7%), il trattamento delle infezioni dell’orecchio (71,8%), l’abbassamento della glicemia (diabete mellito) (65,2%) e la pressione sanguigna (64,7%).”*
Ipertensione: i numeri in Italia
I dati sull’ipertensione in Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Progetto Cuore) e dati SIIA- Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa*, riguardano una buona fetta della popolazione, con il 33% degli uomini e il 31% delle donne, di cui rispettivamente il 19% e 14% in condizioni di rischio.
Cosa s’intende per ipertesi
Peripertesis’intende con “Pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95 mmHg, oppure trattamento farmacologico specifico; mentre per condizione di rischio “Il valore della pressione sistolica è compreso fra 140 e 160 mmHg e quello della diastolica è compreso fra 90 e 95 mmHg.*
Ipertensione cos’è
Tra i primi fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, l’ipertensioneè responsabile di circa 9 milioni di morti l’anno (dato OMS*).
L’ipertensione è alla base delle malattie ischemiche del cuore, prima causa di morte al mondo*.
Secondo l’Oec/Hes (Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey) oggi in Italia gli ipertesi sarebbero il 56% degli uomini e il 43% delle donne, con picchi al nord e al sud rispetto al centro.
Al pari della colesterolemia, la pressione arteriosa elevata deriva spesso dallostile di vita; infatti, basta pensare che il 90-95% dei casi di ipertensione essenziale, cioè ipertensione arteriosa dipende dacattiva alimentazione, sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica.
Anche il fumo può aggravare questa condizione. Nel 5-10% dei casi si tratta invece d’ipertensione secondaria, causata dal sistema endocrino, reni o derivata dai farmaci.*
Da alcuni studi, emerge che la pressione arteriosa non sia necessariamente legata all’avanzamento dell’età ma dipenda anche da un aumento nell’uso del salenell’alimentazione.*
Tra i fattori di rischio più importanti vi sono: l’ictus, l’infarto al miocardio, l’insufficienza renale cronica, le arteriopatie periferiche e la retinopatia;
Già solo: “10 mmHg in meno di pressione arteriosa sistolica o 5 mmHg in meno di pressione arteriosa diastolica spiegano la riduzione del rischio di ictus del 40%, quello dell’infarto e delle altre patologie coronariche del 20-25%; pertanto ridurre la media della pressione arteriosa nella popolazione permette di ridurre il rischio di sviluppare l’ictus, l’infarto del miocardio e altre patologie coronariche, lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale, le patologie legate all’invecchiamento (demenza e disabilità) e di morire per cause cardiovascolari”. (https://www.epicentro.iss.it/cardiovascolare/whd)
Cos’è la pressione arteriosa?
Bisogna immaginare ilcuorecome una pompa, che con le sue contrazioniinvia il sangue a tessuti ed organidel corpo. Il cuore esercita in questo modo una forza (pressione) necessaria alla circolazione del sangue nel corpo.
Secondo la definizione dell’Istituto Superiore di Sanità e nello specifico di Epicentro – Epidemiologia per la sanità pubblica, la pressione arteriosaè una forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie; se è alta, spinge quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie: in questo caso la pressione arteriosa è chiamata sistolica o massima. “Tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue e si registra la pressione arteriosa più bassa, “diastolica” o “minima.”
Come si misura la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa si misura inmillimetri di mercurio(mmHg) e si differenzia in:
Pressione arteriosa diastolica: è misurata tra due contrazioni, nel momento in cui il cuore si rilassa riempiendosi di sangue;
Pressione arteriosa sistolica: è misurata quando il cuore si contrae e il sangue è pompato nelle arterie.
Come accennato prima, i livelli corretti di pressione devono essere compresi tra i 120 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica.*
La misurazione della pressione arteriosa si esegue con un dispositivo chiamato sfigmomanometro a mercurio e il fonendoscopio; è misurata a livello periferico, spesso dal braccio destro e in posizione seduta.
Per una corretta misurazione ne andrebbero effettuate 2 successive a breve intervallo di tempo.
Come stabilire il livello della pressione arteriosa?
Secondo una classificazione delJoint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and Treatment of High Blood pressure:
Siconsidera “normale” una pressione sistolica inferiore a 120 mmHg e una pressione diastolica inferiore a 80 mmHg
Si ritiene “pre-ipertensione” una pressione sistolica compresa fra 120 e 140 mmHg o una pressione diastolica compresa fra 80 e 90 mmHg
Si definisce “ipertensione arteriosa” quando i valori della pressione sistolica superano i 140 mmHg o quelli della pressione diastolica i 90 mmHg.
Uno degli aspetti spinosi relativi allapressione arteriosa altaè che spesso il suo aumentonon è percepitose non da adito a particolari complicazioni cliniche; per questo motivo è importante misurarla almeno una volta l’anno, dato che in Italia “si stima che almeno 15 milioni di persone abbiano una pressione arteriosa ≥160 mmHg o siano in trattamento antiipertensivo”.*
Perché la pressione arteriosa alta è pericolosa per la salute?
All’aumento della pressione arteriosaaumenta in modo lineare anche il rischio di malattia cardiovascolare; più la pressione è alta, più si eleva il rischio di ammalarsi.
Lo dimostrano ormai i tantistudi epidemiologiciabbondantemente documentati sui siti istituzionali, in cui la pressione arteriosa è considerata un fattore di rischio anche quando i livelli pressori sono moderatamente elevati, con 1/3 dei decessi causati da malattie coronariche attribuiti alla pressione arteriosa, in soggetti non considerati ipertesi.
L’ipertensione si combatte con uno stile di vita sano
Èdimostrato clinicamenteche unostile di vita sano, sin dall’infanzia, può aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari e mantenere sotto controllo la pressione arteriosa. Cosa consigliano gli esperti di Epicentro (Istituto Superiore di sanità) in proposito?
Prima di tutto èfondamentale seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di fibre, frutta, verdura, cerali integrali, pesce e povera di grassi saturi come quelli di origine animale, carni rosse, formaggi e salumi. Le calorie vanno tenute sotto controllo affinché non siano eccessive. Frutta e verdura sono indispensabili per l’elevata quantità di vitamine e per il contenuto di potassio, importantissimo per il funzionamento corretto degli organi.
Non meno importante èridurre la quantità di sale, che non dovrebbe essere superiore ai 5 grammi il giorno. Anche il pane spesso contiene massicce dosi di sodio, da preferirsi, quindi, quello di tipo toscano, meno salato. È essenziale fare attenzione al sale poiché buone quantità se ne trovano nei prodotti preconfezionati, tra cui cracker, biscotti, merendine, cerali per la prima colazione, insaccati, formaggi. È consigliabile, quindi, un uso moderato di questi alimenti e il controllo della dicitura “a basso tenore in sodio” che non ecceda di 120 mg di sodio/100 gr.*
Fondamentale l’attività motoria, possibilmente all’aria aperta. I medici consigliano almeno mezz’ora al giorno, dalle tre alle cinque volte a settimana. Tra le attività da prediligere: camminare a passo veloce, andare in bicicletta.
Smettere di fumare e limitare gli alcolici, ridurre anche il caffè (al massimo due tazzine il giorno). Il fumo è un fattore di rischio per l’ipertensione e andrebbe eliminato; l’alcool ridotto ad 1 bicchiere di vino a pasto per gli uomini e al massimo 1 al giorno per le donne.
Conservare un buon peso forma: si ottiene calcolando l’indice di massa corporea che deve essere compreso tra 18 e 24 kg/m2 e considera il peso e l’altezza.*
Evitare in ogni modo lo stress, tra i fattori di rischio: quando ci arrabbia, infatti, la pressione arteriosa aumenta. Praticare attività rilassanti, come Yoga, meditazione, lettura, ecc.
Di seguito, ladieta DASH(acronimo per Dietary Approaches to Stop Hypertension), piuttosto affine alla dieta mediterranea delineata da Ancel Keys negli anni ’60. Come riportato da Epicentro, la figura mostra la riduzione dei valori pressori ottenibili con l’adozione di ogni specifico comportamento/stile di vita.
In caso di pressione arteriosa alta è importante rivolgersi al medico curante o allo/a specialista per una cura appropriata e per valutare eventuali fattori di rischio; i farmaci, senza dubbio, possono aiutare a mantenere nei limiti la pressione arteriosa, anche se sposare uno stile di vita sano dovrebbe essere il modus vivendi per arginare i rischi e ritrovare il benessere.